10 dicembre 2011 – Credo che di questi tempi di ‘shock sistemico’ sia importante cercare di affrontare le questioni che stanno tenendo banco nell’agenda politica della discussione sul decreto ‘Salva Italia’ sforzandoci tutti di studiare in profondità le questioni. Questa attenzione non superficiale è stata giustamente dedicata al tema prioritario delle pensioni, del ritorno dell’ICI (ora IMU), e di tante altre misure di cui il parlamento sta discutendo in questi giorni di conversione del decreto legge in legge. Credo, anzi, in molti crediamo, che la stessa attenzione dovrebbe essere dedicata anche al tema delle Province, questo perchè le riforme del sistema istituzionale non si possono improvvisare ma devono essere affrontate in un ottica d’insieme. Il periodo è probabilmente un periodo di grandi cambiamenti. Perchè rinunciare, quindi, alla possibilità di approvare il nuovo ‘Codice delle autonomie’, semplificando, snellendo, e riorganizzando nel suo complesso tutto il sistema del governo locale per raggiungere l’obbiettivo di una più moderna, efficente ed efficace governance locale?
Non voglio, per il momento, inserire argomenti che derivino direttamente da una mia ricerca – quella che per 3 anni ho sviluppato sul tema del rapporto tra qualità democratica e governo locale delle province presso il SUM di Firenze -, anche per non essere tacciato di partigianeria, ma con piacere devo constatare che agli stessi risultati sono arrivate anche altre ricerche come lo Studio della Bocconi presentatoci la scorsa settimana a Roma dal Prof. Zucchetti. Molto interessante è anche lo studio IPSOS presentatoci sempre a Roma da Nando Pagnoncelli che suggerisco di approfondire.
Il sistema delle autonomie locali deve essere, in conclusione, in grado di proporre una propria autoriforma complessiva, perchè a colpi di forbici si genera solamente il caos. A coloro che come me dedicheranno questo week-end allo studio o semplicemente a coloro che sono interessati o curiosi consiglio di dare un’occhiata a queste slides.
STUDIO Bocconi – Una proposta per il riassetto delle Province
Lo studio della Bocconi sulle Province |
“Le entrate correnti delle Province sono rappresentate in gran parte dai trasferimenti regionali. Questo è accaduto perché le Regioni hanno riconosciuto nelle Province le istituzioni più efficaci presso cui allocare al meglio i fondi perché siano spese al meglio, grazie alla maggiore conoscenza del territorio delle Province. Il decreto che introduce la riforma delle Province annulla questo percorso virtuoso” . Lo ha detto il Prof RobertoZucchetti, presentando oggi all’Assemblea Upi la ricerca curata dalla Università Bocconi “Una proposta per il riassetto delle Province, che analizza i bilanci delle Province e ne verifica l’efficienza. “ Se guardiamo alla spesa delle Province – ha detto – dai dati del Siope, dell’Istat e dai rendiconti di bilancio del Ministero dell’Interno appare evidente che , dal 2007 al 2010 queste istituzioni hanno contribuito notevolmente alla riduzione della spesa complessiva” . Analizzando poi le spese di tutte le istituzioni locali la Bocconi certifica, nel totale della spesa corrente, quella delle Province rappresenta il 4,5%, contro il 72,7% delle Regioni e il 22,8% dei Comuni. “Suona un filo strano- ha commentato il Prof. Zucchetti –che ci si concentri sulla parte più piccola e che non ci si occupi della fetta maggiore”. Parlando dei costi della politica, che Zucchetti ha chiamato “costi della democrazia, perché dal punto di vista puramente scientifico è un termine che troviamo più consono”, la Bocconi ha attestato che, sommando anche voci collaterali (come spese per consultazioni elettorali), in tutto queste rappresentano l’1,4% dei bilanci delle Provnce. “Quindi – ha detto – con questa riforma si incide su una parte piccolissima, di una parte piccolissima complessiva”. Analizzando i bilanci e le spese per le funzioni, Zucchetti ha sostenuto che le “province svolgono funzioni essenziali. Se si cancellano le Province si aboliscono i servizi, non i costi della politica”. Quanto al passaggio delle funzioni ai Comuni, la ricerca Bocconi ha evidenziato come “rispetto ai dati di bilancio, l’efficienza dei Comuni è inferiore rispetto a quella delle Province. Quindi spostando i servizi dalle Province ai Comuni diminuisce l’efficienza dei servizi e aumentano i costi.
Lo studio IPSOS |