Intervista ad ArezzoNotizie.it sulle primarie e sul ballottaggio di domani

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Da ArezzoNotizie del 30 Novembre 2012 – Intervista di Mattia Cialini

Foto da arezzonotizie.it

Ha 38 anni, praticamente un bimbo per la politica italiana. E’ del Pd, valdarnese, attivissimo sui social, abile comunicatore (storico il tutorial sul montaggio delle catene della macchina lo scorso inverno). Il renziano perfetto, diranno i più. No, fa parte di quei 4 votanti su 10 che a Cavriglia non hanno scelto il sindaco fiorentino alle primarie. Francesco Ruscelli sta con Bersani. E’ assessore “precario” della Provincia di Arezzo, ente che – dato il riordino – è sull’orlo del downgrade a secondo livello.

Una svolta che spazzerebbe via la Giunta Vasai a gennaio, lasciando il presidente solo a brigare le faccende e Ruscelli fuori dall’Amministrazione. “Tornerei a fare l’avvocato e ricerca universitaria – spiega -, poi, politicamente, il lavoro non mancherà. Da lunedì bisogna rimboccarsi le maniche e iniziare a remare dalla stessa parte”.

Partiamo dalle primarie. Domenica il centrosinistra avrà la sua guida, il “suo” Bersani è favorito: faccia una previsione.

“Non saprei davvero. Voteranno in tanti, questo è sicuro. Lo hanno già fatto domenica scorsa. Mi auguro solo che in coda si possano abbassare i toni: la febbre sta salendo troppo. Ricordiamoci che facciamo parte dello stesso partito. Troppe polemiche”.

Regole, esposti, certo i litigi non sono mancati.

“Le regole ci sono, vanno rispettate. Purtroppo sono primarie all’italiana e non sono fatte benissimo. Bisognerebbe istituire l’albo degli elettori come in America. Le consultazioni dovrebbero avere valore legale”.

Racconti la sua parabola da possibile renziano a convinto bersaniano.

“Incontrai Renzi insieme al consigliere regionale Brogi lo scorso luglio: un’intera giornata passata assieme, pranzammo alla mensa della PowerOne. Ho avuto modo di apprezzarlo. Il messaggio di cambiamento che lancia è prorompente”.

Però?

“Sono i contenuti che non mi convincono. E’ troppo vicino a Blair e alla ‘Terza via’ di Giddens. Idee buone per l’Italia fino a 11-12 anni fa. Ora il mondo è cambiato. Bisognerebbe parlare di equità sociale, di uguaglianza. Come fa Obama. E da obamiano convinto mi ritrovo più vicino a Bersani”.

Insomma, Renzi sarebbe troppo a destra?

“No, non credo. Ma ci sono temi che in questo momento non si possono trascurare”.

Ha visto votare tradizionali elettori di centrodestra alle primarie?

“Sì, anche nella mia famiglia. Ma questo non deve essere motivo di imbarazzo per il centrosinistra, anzi. Cercare di conquistar voti è nostro dovere”.

Chi saranno i prossimi parlamentari aretini di centrosinistra?

“Non faccio nomi. Chiedo solo che abbiano competenze: come politici, se politici; come amministratori, se amministratori”.

Nella scelta dei candidati influiranno le correnti ‘renziane’ e ‘bersaniane’, ammesso che rimanga il porcellum con liste bloccate?

“Sarebbe il caso di fare primarie anche per la scelta dei candidati. Se si tornerà alla preferenze, beh il più bravo vincerà”.

E lei si candiderebbe?

“Non mi piace ‘candidarmi’. Penso di far parte di una squadra”.

Va bene, ma se glielo chiedessero?

“Ci penserei”.

Provincia di Arezzo, se passa la legge lei rimane senza assessorato a gennaio.

“So che si sta lavorando per il mantenimento delle Giunte fino a scadenza di mandato. Sarebbe assurdo far mandare avanti tutto il lavoro a una sola persona come il presidente Vasai”.

Un salto indietro ai giorni del caos province. Se Arezzo non fosse rimasta autonoma, da valdarnese avrebbe preferito un accorpamento con Firenze o con l’area vasta Toscana Sud Arezzo-Siena-Grosseto?

“La seconda. Perché Arezzo sarebbe comunque rimasta capoluogo, almeno così diceva la legge”.

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