Sottolineo la grande e giusta attenzione che la stampa locale sta dedicando in questo periodo alle tematiche dell’adeguamento anti-sismico delle scuole ma bisognerebbe che questa attenzione vi fosse anche a livello nazionale e si parlasse di più della miriade di richieste che da almeno 2 anni e mezzo sono state fatte come sistema degli enti locali al governo in ogni modo, attraverso lettere, ordini del giorno, mozioni, appelli, riunioni, incontri e quant’altro affinchè escludesse almeno gli investimenti fatti dagli enti locali sull’adeguamento sismico nelle scuole dal calcolo del patto di stabilità.
Purtroppo però questi appelli sono sempre stati rigettati e la mia conclusione è che la scuola probabilmente non è una vera priorità neanche di questo governo ( e del parlamento). Il ministro Profumo che parla spesso di una scuola pensata come «centro civico cittadino» ci ricorda costantemente che il governo ha stanziato 900 milioni per l’edilizia scolastica e con la delibera Cipe dice che ne arriveranno altri 550. Il problema è che se non allentano il Patto di Stabilità questi soldi rimanno solo sulla carta perchè non potranno essere spesi dagli enti locali; inoltre vorrei sottolineare che la necessità del nostro paese per l’adeguamento sismico delle scuole è stato stimato in alcune decine di miliardi di euro ( si calcola che servano solo in Toscana 400 milioni).
Domanda: come si può dare la competenza della gestione di una scuola ad un ente pubblico come una Provincia o un Comune con tutte le responsabilità connesse e contemporaneamente impedire a quegli stessi enti locali di poter effettuare investimenti di adeguamento sismico su quelle scuole bloccando con il patto di stabilità gli interventi? Misteri tutti italiani che dicono essere anch’essi conseguenza della ‘crisi’…
Da La Nazione cronaca della Valdichiana di oggi…