La mia piccola grande storia di liberazione

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Dopo gli Eccidi nazifascisti del 4 Luglio 1944 a Cavriglia (191 civili fra i 14 e gli 83 anni: 93 a Meleto Valdarno, 73 a Catelnuovo dei Sabbioni, 4 a San Martino, 2 a Massa Sabbioni, 11 a Le Matole (11 luglio), mio nonno Sabatino (quello nella foto con i baffi dietro al generale Scattin), fino ad allora partigiano sulle colline del Chianti insieme ad altri compagni, aderì al gruppo di combattimanto ‘Friuli’ creato il 23 luglio 1944 su autorizzazione dello Stato Maggiore generale da parte delle forze armate alleate.
I gruppi di combattimento erano costituiti per lo più da soldati provenienti da varie Divisioni dell’Esercito Regio (ma anche da partigiani e da volontari) equipaggiati, armati e addestrati dall’esercito britannico.
Inizialmente formati dalle Divisioni “Cremona” e “Friuli” – ognuna delle quali era composta da circa 10.000 uomini ordinati su due reggimenti di fanteria, uno di artiglieria e unità minori – dopo poche settimane si aggiunsero i gruppi “Folgore”, “Piceno”, “Legnano” e “Mantova”.
Il gruppo ‘Friuli’ nasce dalla Divisione di fanteria “Friuli”, trasferita dalla Sardegna nel Sannio agli ordini del generale Arturo Scattini, con i reggimenti 87° e 88° fanteria e 35° artiglieria. Si schiera a sud della via Emilia, svolge attività di pattugliamento e conquista importanti posizioni, il 10 aprile 1945 passa il Senio e costituisce sulla sponda settentrionale una testa di ponte. Nell’avanzata libera Castelbolognese, Casalecchio dei Conti e la mattina del 21 aprile entra per primo a Bologna.
Alla fine della campagna si contano 242 caduti, 657 feriti e 61 dispersi.

Mio nonno riusci a tornare ma non ha mai voluto parlare, in profondità, di quell’esperienza…‘la guerra’ diceva…‘annienta tutto ciò che di uomo c’è nell’uomo’. Posizione da rispettare ma ammetto che col passare degli anni ho sentito la mancanza di un confronto su questa esperienza, ed oggi penso che avrei voluto poter fare 1000 domande a mio nonno, su quello che aveva visto, su quello che aveva fatto, sulla guerra, sugli scontri a fuoco, sulla morte dei compagni, sulle prospettive politiche di quegli anni, sulle speranze, sulle paure e su tanto tanto altro.
Quella di mio nonno è una della tante piccole grandi storie di resistenza e di liberazione del nostro paese, ma per me ogni 25 aprile ed ogni 4 luglio è la ‘mia’ piccola grande storia e quella annerita croce al merito di guerra che ho qui davanti me lo ricorda ogni giorno.


Ognuno di noi nella sua famiglia ha una storia di liberazione da ricordare…da raccontare…l’Italia Repubblicana è stata edificata su queste storie…Buona Festa della Liberazione a tutti e buona festa della liberazione sopratutto a te nonno!
Francesco

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