>Segnalo questa bella iniziativa…FR
Sabato 7 novembre a partire dalle ore 18.30, presso Palazzo Chianini-Vincenzi ad Arezzo (Via Cesalpino 15), gli artisti Martina Della Valle, Francesco Di Tillo, Helena Hladilova e Namsal Siedlecki, Liquid Cat, Margherita Moscardini, Caterina Pecchioli, Viola Pinzi, Marta Primavera, ultimo dei cinque gruppi di artisti toscani selezionati per la V edizione di Networking, a cura di Elisa Del Prete, incontrano il pubblico a conclusione dei lavori del workshop con Luchezar Boyadjiev.
La città è al centro della mostra finale del workshop. Città intesa come spazio, edificato, pianificato, organizzato, ma anche la città intesa come luogo, vissuto, spiato, raccontato: strumento di misura per entrambe, l’uomo. È l’uomo infatti a predisporne e regolarne la costruzione, così com’è l’uomo a fare pratica, vivere e agire in tale costruzione, per farne emergere interferenze, accidenti, sbilanciamenti.
Abituato a raccogliere, attraverso la registrazione fotografica, il maggior numero di contraddizioni e curiosità, architetture e paesaggi, forme e colori, tracce e vedute, dei luoghi in cui si trova a lavorare, punto di partenza di ogni sua ricerca artistica, Luchezar Boyadjiev ha proposto agli artisti partecipanti al workshop un approccio alla città di Arezzo che partisse proprio da scatti fotografici. Il dettaglio è stato il punto di partenza, quel dettaglio che destabilizza e che collega al tempo stesso quel luogo ad altri; quei dettagli che, insieme, costruiscono l’interfaccia di una città.
Un esercizio dello sguardo dunque, che lo porti oltre ciò che vede, verso connessioni con altre situazioni, condizioni, contesti, verso le alterità. A partire dalla ricerca di ognuno, che il tutor ha indagato in un confronto collettivo estrapolando parole chiave e linguaggio come punti di partenza per la ricerca in situ, i partecipanti sono stati “incaricati” di rendere visibile attraverso un progetto, un’immagine, un’azione, un aspetto della città che abitualmente non lo è.
“Cliccando su oggi” il dito degli otto partecipanti, si sia esso posato sulle scale mobili in città come su una pianificazione urbanistica improbabile, sullo straniero invisibile come sui suoi personaggi più atipici, ha dunque sviluppato procedure di lettura dello spazio urbano e possibilità di esperienza del luogo cittadino che si propongono come livelli in grado di sovrapporsi a quelli del reale come a quello storico.