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Il Supermartedì non è stato decisivo: ma il senatore di Chicagosembra aver raggiunto un risultato migliore rispetto alle proiezioni
Staff di Obama: “Abbiamo vinto noi”WASHINGTON -
E’ giallo sull’assegnazione dei delegati del partito democratico. Il vantaggio di Hillary Clinton si va riducendo con il passare delle ore. Secondo la Nbc è in vantaggio Obama, la notizia rimbalza sui siti che sostengono il senatore. Si profila una interpretazione diversa dei dati del Supermartedì: la Clinton ha perso negli Stati (13 a 8 per Obama) ma poteva contare su un maggior numero di delegati. Poi il colpo di scena. L’incertezza sulla distribuzione finale e’ dovuta ai difficili calcoli che si devono compiere in ciascuno dei 22 stati: sulla base di un sistema proporzionale complesso si calcolano le assegnazioni distretto per distretto. Per esempio in California, stato con il maggiore bottino di 441 delegati dove la Clinton ha vinto, in molti distretti si dividono i delegati in palio tra i due candidati che hanno ottenuto più voti; nel caso di un numero dispari quello in più si dà al vincitore. Lo staff di Barack Obama dà il senatore di Chicago addirittura in testa. Per vincere è necessario conquistare 2.025 delegati. Con lo stato del New Mexico ancora da assegnare, Obama sostiene di essere avanti con 845 delegati contro gli 836 di Hillary Clinton. La complessa formula che i democratici usano per assegnare i delegati contribuisce all’ incertezza, insieme all’assegnazione di 796 ‘superdelegati’, che vengono ripartiti in modo diverso dai vari media. Secondo le proiezioni della Nbc, Obama alla fine dei conti del Super Martedì avrà tra 840 e 849 delegati, contro gli 829-838 della Clinton. Fatto sta però che il cammino verso la convention democratica di Denver, alla fine di agosto, è ancora molto lungo, e soprattutto il traguardo dei 2.025 delegati indispensabili per partecipare al duello presidenziale, appare davvero lontano. Sia Hillary sia Obama sono infatti sotto i mille delegati conquistati, e c’è incertezza su come si comporteranno i cosiddetti ‘super-delegati’, 796 in tutto, tra esponenti di partito, senatori e governatori che non sono vincolati nella scelta del loro candidato. Potrebbero costituire un elemento di sorpresa e fare la differenza in una convention al cardiopalma, sotto il sole delle montagne del Colorado. Nei prossimi scrutini primari -tra cui Washington e dintorni, Texas e Ohio, oltre a Pennsylvania- gli esperti prevedono che la situazione rimarrà sostanzialmente uguale, anche perchè i delegati vengono assegnati proporzionalmente e non si prevedono grossi scarti tra i due concorrenti, a meno di sorprese.