27 gennaio 2011 – Il viaggio della memoria ad Auschwitz è un viaggio che ogni persona dovrebbe fare almeno una volta nella propria vita. Io l’ho fatto 12 mesi fa partecipando al Treno della memoria insieme ad oltre 600 studenti provenienti da ogni parte della Toscana. Credo che sia stata una delle esperienze più importanti e significative della mia vita. Per quanto ci si possa preparare a questo viaggio, tuttavia, non si sarà mai pronti a gestire le emozioni che si provano non appena si mette piede nella sconfinata fabbrica della morte che è il campo di Birkenau o non appena si varca il cancello del campo di sterminio di Auschwitz con quella scritta ‘Arbeit macht frei’ il lavoro rende liberi. Emozioni che non si possono spiegare e che si devono solo provare. Quando si è in quel luogo ci si sente annientati, persi. Ogni parola in più sarebbe superflua e forse banale. Banale come può essere banale il male, come ci ricorderà sempre Hannah Arendt.
Ripropongo alcune delle mie foto che meglio delle mie parole credo possano spiegare quello che ho provato.