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Nel 66° anniversario della Liberazione della città di Arezzo, un consiglio provinciale straordinario ha ricordato i momenti drammatici di quegli ultimi venti mesi di guerra. E’ esposta da questa mattina, all’ingresso principale del Palazzo della Provincia, la targa in memoria delle vittime di tutte le stragi compiute nei giorni precedenti la liberazione della nostra città. La cerimonia è stata preceduta da un consiglio provinciale straordinario, al quale hanno partecipato il Vice Sindaco del Comune di Arezzo, Giuseppe Marconi, la Confederazione provinciale fra le associazioni combattentistiche, il Comitato di coordinamento associazioni d’arma e l’Istituto storico aretino della Resistenza e dell’età contemporanea. Il Presidente Vasai ha ricordato i numeri che testimoniano il tributo pagato dalla provincia di Arezzo alla liberazione, con le oltre 1.100 vittime delle rappresaglie e delle stragi nazi-fasciste, le dieci medaglie d’oro, e tutti gli altri riconoscimenti che sono alla base della concessione al Gonfalone della Provincia della meda¬glia d’oro per attività partigiana. “Ferite che restano ancora oggi aperte – ha detto il Presidente – e per le quali la sete di giustizia è davvero grande. Una giustizia tanto necessaria, quanto non risarcitoria. Oggi apponiamo un altro segno nel quale è stata scolpita la memoria di quei giorni e in particolare la memoria dei luoghi dove furono compiuti gli eccidi frutto della ferocia nazi-fascista: quelli più tristemente noti, ma anche quelli un po’ più dimenticati. Ne viene fuori una cartina nera, tristemente punteggiata di rosso”. Il Presidente dell’Istituto Storico Aretino della Resistenza e dell’Età Contemporanea, Camillo Brezzi ha poi rievocato quei drammatici venti mesi, dal settembre del 1943, in cui uomini e donne hanno fortemente combattuto per la realizzazione della cittadinanza democratica, sottolineando come “il valore della memoria sia il dovere civile di ricordare”. Ringraziando poi, la Provincia, che si è sempre impegnata per la custodia della memoria, Brezzi ha aggiunto che “è compito delle istituzioni offrire conoscenza storica attraverso la quale si conferisce spessore alle gesta di quegli uomini e quelle donne”. Momento particolarmente toccante, il racconto di Mario Polletti figlio di Modesta Rossi partigiana, unica donna in Toscana, Medaglia d’oro al Valor Militare (alla memoria). Nata a Bucine e uccisa a Solaia di Monte San Savino, Modesta, madre di 5 figli, insieme al marito Dario Polletti prese parte alla Resistenza nella formazione partigiana Banda Renzino. Arrestata dai tedeschi durante un’azione di rastrellamento mentre si trovava in casa insieme ai figli, dopo aver assistito impotente all’uccisione del figlio di 13 mesi, che teneva stretto in braccio, lei stessa fu uccisa a pugnalate e il suo corpo, con il bambino ancora al seno, fu ritrovato assieme a quelli di altre 4 vittime in una capanna data alle fiamme. Tutti i presenti si sono poi spostati all’ingresso del Palazzo Provinciale dove il Presidente dell’Anpi Amedeo Sereni ha scoperto la targa. Le celebrazioni si sono concluse ad Indicatore, con la deposizione di corone di alloro al cimitero del Commonwealth.